martedì 19 aprile 2016

Recensione: "Mior" di Simon Rowd

Buona sera a tutti, readers! Fra mattina e primo pomeriggio ho pubblicato qualche anteprima e le uscite di oggi e, devo ammetterlo, erano tutti bei titoli e belle trame. Se non li avete ancora visti, scorrete il blog ;) Credetemi, NE VALE LA PENA!
Ho concluso in questi giorni la lettura di Mior, il secondo capitolo della serie Drow scritta da Simon Rowd e pubblicata dalla Mondadori, nella collana ElectaYoung. Premetto che il secondo libro mi è piaciuto, benché abbia riscontrato pecche che me lo hanno fatto apprezzare meno rispetto al suo predecessore. La trama continua ad essere avvincente, così come l'intrigo soprannaturale e le creature immaginate dall'autore, ma la componente romance per quel che mi riguarda prende vari, grossi scivoloni. Ma non aggiungo altro! E vi lascio alla recensione ;)

Titolo: Mior
Autore: Simon Rowd
Editore: ElectaYoung
Pagine: 496
Prezzo: € 17,90
Data d'uscita: 5 aprile 2016

Eric Arden è morto. Lo è per i suoi genitori adottivi, nei ricordi degli abitanti di Skittburg e agli occhi dei drowhunter, che hanno smesso di dargli la caccia. Per sopravvivere si nasconde nella solitudine degradante dei quartieri di Estrielle, dove il suo lato oscuro lo consuma ogni giorno, trascinandolo in un abisso di rancore e violenza. Neppure a Sophie, che conosce la verità e verso cui nutre ancora un amore profondo, è concesso avvicinarlo. Ma quando lei decide di rompere il muro alzato tra loro e di riconquistarlo, una verità tenuta nascosta a entrambi emerge a spezzare per sempre il loro legame: è lei l'assassina inconsapevole di Logan, il vero padre di Eric, strappatogli via subito dopo averlo ritrovato. Incapace di guardare Sophie ancora negli occhi, Eric fugge tra le braccia di Dana, l'affascinante drow con un passato da cacciatrice, riapparsa dal nulla nella sua vita. Nemmeno lei, però, può cancellare il dolore che lo corrode. Solo due occhi violacei, incrociati e persi una notte sulla tomba di Logan, riaccenderanno in lui la speranza. Una parte del suo passato, che credeva perduta per sempre, esiste ancora, avvolta nel mistero: sua madre, Arline, è viva. Costretto a chiedere l'aiuto di Sophie per ritrovarla, nella ricerca Eric scoprirà che la lotta tra elfi e drow nasconde ancora segreti profondi: fantasmi del passato si aggirano in luoghi sepolti da tempo ed efferate creature sembrano tornate per completare un cerchio di sangue che qualcuno ha voluto insabbiare. Ancora una volta, Eric si troverà a combattere per i drow, conteso dall'amore delle due ragazze al suo fianco, ma quando crederà di essere a un passo dalla verità, dovrà accettare che la vita, a volte, è in grado di riservare oscure sorprese.
VOTO:
½

RECENSIONE
Il secondo capitolo della saga Drow si apre da dove il primo libro ci aveva lasciati e, contemporaneamente, fa un salto in avanti di due mesi. Eric, come dice la stessa trama, è morto agli occhi di tutti. La sua morte è stata inscenata per proteggerlo, ma molto altro bolle in pentola – troppo – perché Eric se ne stia buono e tranquillo nel suo nascondiglio. Con queste premesse, ero convinta che avrei amato Mior e, nonostante la base triangolare gettata da Simon all’inizio, credevo che questa svolta sentimentale non mi avrebbe infastidita più di tanto. E, in certi aspetti, è stato così. In altri… Ma andiamo per gradi.
Parlarvi della trama è difficile, perché è un susseguirsi di spoiler che potrebbero intaccare la vostra lettura. Cercherò, quindi, di limitarmi il più possibile spiegandovi cosa mi è piaciuto e cosa mi ha fatto, ahimè, storcere parecchio il naso. La storia fra Eric e Sophie è in standby. Da quando la ragazza lo ha visto al cimitero, scoprendo che l’amore della sua vita era vivo, fra i due è calato un silenzio sepolcrale. Eric si è allontanato da tutti, compresi i suoi genitori adottivi, e perfino dai drow che lo hanno aiutato. Eric è solo e, lentamente, sta scomparendo nell’ombra di se stesso – di chi era. L’idea di essere morto, di non essere nessuno per nessuno (scusate il gioco di parole) lo logora, e nemmeno Jimmy sembra riuscire a scalfire la corazza dentro quale sta soffocando. Di Mior ho apprezzato veramente molto Jimmy e, soprattutto, il legame che si è instaurato fra i due personaggi. Jimmy è leale e sarebbe pronto a rinnegare la sua razza per ciò che è giusto, e aiutare Eric, malgrado la sua natura oscura, è giusto. È a questo punto che compare Dana, e tra i due scatta subito qualcosa. Ora, io non ho ben capito perché infilare Dana in questo triangolo, in questa storia d’amore che era già di per sé complessa e difficile, ma questa attrazione che in Drow non ho mai visto mi è sembrata sorprendentemente forzata. Voglio dire, okay… Questo è da due mesi che non sta con una donna – non risponde nemmeno alle telefonate o ai messaggi della sua presunta ragazza – e quando uscendo dalla doccia di trova Dana lì davanti per poco non gli viene un colpo, a causa della sue avance. Che poi, Dana nel primo romanzo non era invaghita dell’altro drow? Ma vabbè, proseguiamo. Finalmente fa la sua comparsa Sophie che, dopo aver supplicato Jimmy, è riuscita finalmente a trovare Eric. Tra i due c’è tensione, e benché Eric sia ancora profondamente innamorato della ragazza è deciso più che mai a tenerla al sicuro. Anche se questo significa tenerla alla larga da lui. Ma la passione è più forte delle buone intenzioni, e la fiamma divampa in un secondo. E da qui in avanti sono guai, perché Sophie scopre che il drow che aveva ucciso per difendere suo padre era Logan, il padre di Eric. Inutile dirvi che lui la sbatte fuori, quando lei confessa, e corre da Dana. E inizia finalmente la parte interessante della storia. Eric è convinto di aver visto Arline, sua madre, al cimitero, e quando lo confessa alla drow gli viene suggerito di chiedere aiuto proprio all’ultima persona a cui vorrebbe pensare: Sophie. Ma quello che nasconde l’organizzazione di drowhunter, di cui il padre di Sophie è il capo, è forse più oscuro di quello che i ragazzi possano anche solo immaginare. E molte altre verità verranno presto in superficie.
Lo stile di Simon Rowd è sempre incalzante. Una scrittura pulita e dettagliata quanto basta, un’azione ricca di adrenalina e colpi di scena inseriti al momento giusto. Nulla da dire su questo autore che pare proprio sapere il fatto suo. Ho letteralmente adorato le scene d'azioni, gli attimi di tensioni, e moltissime verità non me le sarei mai aspettate. Specialmente quella che riguarda Sibil, un personaggio che ho veramente apprezzato. E qui veniamo ai punti dolenti. Se avete letto la recensione di Drow, sapete bene che Eric era stato il mio personaggio preferito nel primo libro. All’inizio di Mior, con il suo tormento e la sua oscurità, credevo di ritrovare il protagonista tenebroso e a tratti insicuro, seppur deciso, del primo romanzo. Ma andando avanti ho dovuto ricredermi. Posso capire che scoprire che la ragazza che ami è l’assassina di tuo padre ti destabilizzi, ma correre fra le braccia di una donna che fino a due mesi prima nemmeno consideravi… è il classico cliché che onestamente detesto. Per l’intero romanzo, Eric si domanda – sì, fino all’ultimo! – chi dovrebbe scegliere fra Sophie e Dana. La prima lo annienta, quando c’è lei nei paraggi sembra non contare più nulla. La seconda è qualcos’altro, un’attrazione così profonda e oscura che a tratti gli fa dimenticare perfino il suo amore per Sophie. Ma seriamente?! Per tutto il libro Eric è pronto a gettarsi in una gabbia di leoni affamati per salvare Sophie e si deve anche chiedere chi scegliere fra le due? Poi Dana, che gli consiglia di lanciare una monetina o.o’ Caliamo veli pietosi. Non posso dirvi nemmeno come finisce, perché se ad un certo punto Eric ritrova finalmente il cervello è Sophie a perderlo. Ora, io non nego che quello che scopre non sia devastante… ma ho trovato la sua “trasformazione” davvero eccessiva, e le sue motivazioni finali, ad una decisione che prende, sono anche peggiori.
In conclusione, io il libro lo consiglio. Il mondo creato da Simon Rowd è davvero originale. Certo, le sue creature non sono nuove, ma hanno quel tocco di creatività capace di rendere una tende vecchia un pezzo da collezione. Il romanzo è scritto davvero bene, l’azione e i colpi di scena sono perfetti. L’unico neo è la gestione della storia d’amore. Un triangolo servito a poco e gestito male e, ahimè, una storia d’amore che continua a non farmi impazzire – anche se per ragioni diverse, questa volta. Leggerò comunque il terzo, anche molto volentieri, perché sono davvero curiosa di scoprire come finirà questa trilogia.
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Cosa ne pensate della mia recensione? A me questa saga piace molto, credo solo - come già detto - che la storia fra i due protagonisti venga eccessivamente estremizzata. Se nel primo libro è stato tutto troppo veloce e fin troppo adolescenziale, in questo secondo volume le cose sono precipitate in modo fin troppo dissonante. Tuttavia, credo che i romanzi non volessero essere incentrati sulla parte romance, bensì sul lato paranormale. Motivo che mi spinge ad apprezzarli, anche se alcune cose non mi vanno proprio giù. Ma sto parlando troppo xD Fatemi sapere cosa ne pensate della saga! Se avete letto i romanzi, se vi sono piaciuti o meno, se siete d'accordo con me... Aspetto i vostri commenti, mi raccomando!
Alla prossima,
Feeling Reading 

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