venerdì 16 febbraio 2018

Recensione: "Se ti accorgessi di me" di Sharon Huss Roat

Buongiorno a tutti, readers! Finalmente, dopo taaaaantissimo tempo, tornano sul blog le recensioni. Per me è un grande traguardo perché, benché si parli solo di una recensione e di un romanzo concluso (davvero!) a metà febbraio, per me è una piccola soddisfazione. Chi è follower del blog e mi segue da tanto tempo sa bene che il 2017 è stato un anno altalenante... Non riuscivo a finire nessun libro, nemmeno quelli di autori che mi hanno sempre emozionata — come ad esempio la Armentrout — perciò concludere una lettura e comunicarvi il mio parere mi rende davvero contentissima. Mi dispiace solo che, purtroppo, non (ri)esordisco con una recensione del tutto positiva, anzi... Ma ahimè, benché abbia trovato del potenziale, questo romanzo, uscito due settimane fa per Newton Compton, non mi ha convinta. Non mi dilungo oltre, comunque, vi lascio qui di seguito i dettagli sul libro e la mia recensione :)

Titolo: Se ti accorgessi di me
Autore: Sharon Huss Roat
Editore: Newton Compton
Pagine: 352
Prezzo: € 9,90
Data d'uscita: 30.01.2018
L’unico modo per essere notata è nascondere chi sono davvero. L’ansia sociale di Vicky Decker l’ha spinta a elaborare complicate strategie per passare inosservata e non essere mai al centro dell’attenzione. L’unica con cui riesce a essere se stessa è la sua amica Jenna. Quando Jenna si trasferisce, però, Vicky rimane completamente sola e per combattere quell’isolamento ormai insostenibile, decide di creare una falsa identità sui social, ritoccando le foto di altre persone come se fossero sue e postandole sul profilo Instagram @vicurious. Improvvisamente comincia ad avere dei follower e ben presto si ritrova a vivere una vita parallela, senza nemmeno aver lasciato la sua cameretta. Ma più cresce il numero dei follower e più le diventa chiaro che ci sono moltissime persone, là fuori, che si sentono esattamente come lei: #sole e #ignorate nella vita reale. Per aiutare loro, e se stessa, dovrà rendere la sua realtà virtuale molto più reale.
VOTO:
½

RECENSIONE
Ignorando il fatto che titolo e copertina della versione italiana, a essere sincera, mi fanno pensare che il protagonista di questa storia sia un altro, io direi di partire come sempre dal principio.
Se ti accorgessi di me, in originale How to Disappear, racconta la storia di Vicky Decker, un'adolescente con una patologica paura del contatto sociale. Vicky non ama stare al centro dell'attenzione, cerca in tutti i modi di tenersi a debita distanza dagli altri e, proprio per questo, non ha mai instaurato una conversazione, né tanto meno un rapporto con nessuno, al di fuori di Jenna. Migliori amiche fin dall'infanzia, le ragazze hanno sempre pensato di bastare l'una all'altra: quando Vicky non riusciva a spicciare una parola in pubblico era Jenna a parlare per lei, e Vicky le allacciava le scarpe, poiché Jenna non aveva mai imparato a farlo. Per quanto assurda, la loro amicizia è stabile, vera e sincera, e nel loro mondo speciale tutto andava a gonfie vele. Almeno fino a quando Jenna, per colpa del lavoro di sua madre, è costretta a trasferirsi nel Wisconsin. A causa di questa inaspettata partenza, Vicky si ritrova completamente sola, e il suo "disturbo" si intensifica sempre di più, giorno dopo giorno, riuscendo a trovare una valvola di sfogo solo nei momenti in cui messaggia con Jenna. Ma pochi SMS e qualche telefonata non possono aiutare Vicky che, ogni mattina, si ritrova ad affrontare la scuola, i professori, i suoi compagni di studio e la sua Lista del Terrore. Perché sì, se da un lato c'è gente che scrive una lista di cose da fare prima di morire, Vicky ha questo elenco di cose che la spaventano a morte e che si augura di non dover affrontare. Dalla trama non si capisce bene perché, di punto e in bianco, Vicky decide di creare questo alter-ego di sé, e io non ve lo svelerò, ma non posso non dirvi che secondo me la motivazione è un po' gne. Sta di fatto che, in seguito alla partenza di Jenna, su Instagram compare Vicurious: una ragazza dai capelli viola-arancioni che fa parlare di sé in pochissimo tempo, riuscendo a raggiungere numeri astronomici creando immagini palesemente fake, che comunque vengono accolte dagli utenti del social in modo più che positivo. Vicurious non vuole essere notata, almeno non all'inizio, vuole semplicemente creare un posto in cui tutti riescano a vedersi, vuole essere la voce in mezzo alla folla che urla: "io ti vedo, non sei solo".
Come ho scritto nella intro, secondo me questo romanzo aveva tantissimo potenziale. L'idea alla base della storia  specialmente in un'epoca dove ci sono tantissime persone che si sentono effettivamente sole e ignorate, in un momento dove oltre al bullismo nella vita reale è nato anche il cyberbullismo, dove milioni di persone si sentono più al sicuro in casa, davanti ad un computer, anziché fuori era attuale e davvero azzeccata. Purtroppo, però, la Roat non ha saputo a parer mio sfruttarla. Più leggevo e più avevo l'impressione che all'autrice servisse un argomento su cui scrivere e abbia preso il primo che le veniva in mente, enfatizzando ed esasperando alcuni dettagli che, se trattati meglio, avrebbero reso il romanzo un gran bel romanzo. La stessa protagonista, nonostante la giovanissima età (quindici anni, se non ricordo male), è inverosimile. Sono  d'accordo con chi sa e sostiene che esistono patologie del genere, fobie così forti da impedire alle persone che ne sono affette di parlare con gli altri, chiudendosi a riccio e causando ai soggetti dei veri e proprio problemi di salute. A Vicky, tuttavia, non viene riconosciuta questa patologia. La madre, per esempio, è quella che mi è piaciuta meno, poiché nonostante veda i problemi della figlia li scambia volutamente per timidezza eccessiva. Ora, capisco che moltissimi adolescenti (e non solo) non parlano con i propri genitori, spingendo i genitori stessi a non capire appieno cosa succede nelle loro vite, ma qui mi è sembrato un tantino esagerato. È palese che Vicky abbia un problema, ma l'unica che se ne accorge (forse, perché anche questa cosa non mi è del tutto chiara) è la psicologa della scuola, che a conti fatti non fa un tubo. Anche il personaggio di Jenna non mi ha fatto impazzire, benché fra i due sia indubbiamente quello più realistico. Nel corso della storia facciamo anche la conoscenza di altri ragazzi, Lipton in primis (il personaggio citato a inizio recensione), Marvo e tantissimi altri studenti del liceo che, per un motivo o un altro, entreranno in contatto con Vicky. Tra tutti, il nome di Lipton è quello che vi dovrebbe rimanere più impresso, ma non voglio dire troppo su di lui. È sicuramente un personaggio affine alla protagonista, poiché anche lui, per una ragione o un'altra, frequenta soltanto il suo unico gruppetto di amici e viene preso in giro da tutti, sia per il nome particolare che per le sue particolari passioni. La cosa che mi ha fatto storcere il naso tantissime volte, durante la lettura, riguarda proprio questi dettagli... Lipton è il suo compagno di banco a storia, se non erro, ciò significa che lo incontra ogni settimana, ogni volta che hanno lezione, anche durante il periodo in cui Jenna frequentava con lei. Perché il ragazzo inizia a parlarle solo in seguito alla partenza dell'amica? E perché Vicky inizia a pensare a lui come ipotetico "nuovo amico" solo dopo? Lo so che per scrivere un libro, a volte, bisogna forzare gli eventi, ma ci sono troppe cose che in Se ti accorgessi di me sono forzate... E su questa linea di pensiero troviamo Vicurious, che nel giro di 12 ore supera i 1000 follower pubblicando il nulla. Da zero a cento, da quando il suo account non esisteva e non era indispensabile per nessuno a quando tutti vorrebbero essere lei. Questa cosa non riesco a commentarla perché, boh, mi viene da dire appunto solo boh. Per di più, per quanto l'intento iniziale di Vicurious sia quello di voler aiutare le persone che, come lei, si sentono sole e ignorate, alla lunga è come se pubblicasse i post solo per la mera gloria di essere notata. Di essere qualcuno.
Come avrete capito, il romanzo non mi ha fatto impazzire, tutto il contrario. Perfino il finale mi ha abbastanza delusa. Prende sicuramente una piega inaspettata, motivo per cui non ho dato meno di due stelle, ma si svolge troppo in fretta rispetto a tutta la narrazione. La Roat si è persa, durante la stesura, scrivendo e riscrivendo le stesse cose per più di metà libro, tempo narrativo che avrebbe potuto usare per parlare d'altro... dando magari più spazio al rapporto fra Jenna e Vicky che, alla fin fine, è una delle cose che mi è piaciuta meno.
In conclusione, mi sono ritrovata a leggere una storia che, sinceramente, non mi aspettavo. Credevo davvero, sia per la trama che per la critica ultra positiva, di trovarmi davanti un romanzo più profondo e adulto, nonostante l'età dei personaggi, meno dispersivo e magari più educativo. Questo non è successo, e la delusione, enfatizzata sicuramente dalla grande aspettativa, non mi fa dare a questo libro una valutazione migliore. Ed è un peccato, perché il potenziale lo aveva tutto.
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Fatemi sapere se la mia recensione vi è stata utile. Personalmente, non mi va di consigliarvi o meno la lettura di un romanzo, perché ognuno di noi vive in modo soggettivo ciò che legge. Tuttavia, come avrete letto già nella recensione vera e propria, il mio no è più per la delusione. Forse avevo aspettative eccessivamente alte. Comunque, se avete letto il romanzo fatemi sapere cosa ne pensate voi, e se avevate intenzioni di leggerlo fatemi sapere se il mio parere vi ha convinti o state pensando di lasciar perdere... Io vi  saluto e vi mando un bacione ;)
Alla prossima,
Feeling Reading

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